I dati sull’HIV a Piacenza dal 2006 al 2023. Con 299 casi totali, la prevenzione resta cruciale, soprattutto con la PrEP iniettiva.
Negli ultimi 18 anni, a Piacenza sono stati registrati 299 casi di infezione da HIV, secondo i dati diffusi dalla Regione Emilia-Romagna in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS. Nel 2023, si contano 9 nuove diagnosi, con un’incidenza di 3,1 casi ogni 100.000 abitanti, in linea con la media regionale.
L’HIV a Piacenza: i dati aggiornati
Dal 2006 al 2023, l’incidenza complessiva di infezione da HIV nella provincia di Piacenza è stata di 5,8 casi per 100.000 abitanti, posizionandosi al penultimo posto in regione. Al contrario, le province di Parma e Rimini mostrano un’incidenza più alta, rispettivamente con 8,5 e 8,7 casi ogni 100.000 abitanti. Questi dati evidenziano differenze significative nel panorama regionale e sottolineano l’importanza di strategie mirate di prevenzione e diagnosi precoce.
Purtroppo, oltre il 50% delle diagnosi nella regione si verifica in fase tardiva, con pazienti che presentano già AIDS conclamato o un livello critico di linfociti CD4. La diagnosi precoce resta dunque un obiettivo prioritario per migliorare l’efficacia delle cure e limitare la trasmissione del virus.
Nuove frontiere nella prevenzione: la PrEP iniettiva
Una delle novità più significative nella lotta contro l’HIV è rappresentata dalla profilassi pre-esposizione iniettiva (PrEP). Disponibile in Italia grazie a un programma pilota condotto dall’Ospedale Sacco di Milano e dall’Istituto Spallanzani di Roma, questa innovazione potrebbe rivoluzionare la prevenzione.
La PrEP iniettiva consiste in un’iniezione di cabotegravir, un farmaco antiretrovirale somministrato ogni due mesi. Rispetto alla tradizionale PrEP orale, che richiede l’assunzione quotidiana di una compressa, questa soluzione garantisce maggiore aderenza al trattamento e un’efficacia elevata. Gli studi dimostrano che la PrEP iniettiva è più efficace nel prevenire nuove infezioni e rappresenta un’opzione particolarmente utile per le persone a rischio con difficoltà di accesso o scarsa continuità nell’assunzione dei farmaci orali.
Sebbene il programma pilota sia attualmente limitato a 800 persone, gli esperti confidano che l’introduzione della PrEP iniettiva possa contribuire a ridurre drasticamente i contagi. L’obiettivo finale? Arrivare a zero nuove diagnosi di HIV entro il 2030, come stabilito dalle Nazioni Unite.
La diffusione di queste strategie innovative, insieme alla sensibilizzazione sulla diagnosi precoce, rappresenta un passo fondamentale verso il controllo dell’epidemia di HIV.